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Percorso case decorate
Valle Vigezzo
Cannobio e la Valle Cannobina
Oltre confine
  

Cannobio e la Valle Cannobina

La tradizione di decorare le facciate delle case e dei palazzi è molto radicata nelle terre di Cannobio e della Valle Cannobina. Se nelle zone montane si tratta soprattutto di dipinti a carattere religioso e votivo e di semplici ornamentazioni attorno alle finestre, a Cannobio le decorazioni sono più articolate e spesso occupano intere facciate già dall’epoca medioevale come nel Palazzo Zoppi (a Cannobio in via Mantelli) la cui facciata è impreziosita da un decoro a graffito a rombi.

Non sono molte le facciate dipinte più antiche giunte fino a noi, sebbene, ne restino eccellenti esempi a Cannobio In P.za V. Emanuele III. Più numerose le facciate dipinte risalenti al XIX e XX secolo sia perché più vicine temporalmente a noi sia perché molti edifici, seppure più antichi, ci sono pervenuti nella veste che hanno assunto in quel periodo. Tra la seconda metà dell’800 ed i primi del ‘900 le rive del Verbano divennero metà preferita di villeggiatura delle ricche famiglie lombarde e piemontesi che si fecero costruire numerose dimore immerse in lussureggianti parchi. Gli stili con cui vennero realizzate sono molteplici: a partire da quello neoclassico, delle più antiche, fino allo stile floreale passando per quello eclettico (neomedioevale, neorinascimentale e degli chalets alpini).

Villa a Cannobio
Villa a Cannobio

Tra di esse molte vennero arricchite di decorazioni pittoriche sia in forma di cornici attorno alle aperture o sottogronda sia con ornamentazioni su ampie superfici anche con effetti a “trompe l’oeil”. Nel 1885, inoltre, a Cannobio la Società di Mutuo Soccorso creò una Scuola d’Arti e Mestieri che, con uno specifico corso di disegno, formò una vasta schiera di decoratori e pittori; dei 3150 allievi che frequentarono i corsi tra il 1885 e il 1931 ben 780 provenivano da Sant’Agata, Ronco, Cinzago, Campeglio, Socragno e S. Bartolomeo. Essi trovarono occupazione sia in zona che nelle grandi città italiane ed europee e lasciarono nei paesi d’origine numerose testimonianze della loro professione. L’uso non si è perduto ed ancora oggi le facciate di molti edifici vengono recuperate o decorate ex novo riproponendo motivi ornamentali che si rifanno alla tradizione ottocentesca. I nuclei più propriamente montani non annoverano molti edifici con decorazioni parietali di grande respiro ma per lo più dipinti con soggetti religiosi in nicchie o sulle facciate. Alcuni esempi di apparati decorativi complessi sono tuttavia interessanti: la villa “La solitudine”, lungo la provinciale nei pressi di Lunecco (seconda metà dell’800); la casa posta nella parte più alta di Gurrone e due osterie a Falmenta, nonché la facciata del museo etnografico a Gurro.

L’itinerario proposto prevede spostamenti in auto e soste per brevi passeggiate a piedi nei centri abitati. La partenza è da Cannobio in direzione nord, toccando Ronco S. Agata, Cinzago, e la strada statale 34.

 


 
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