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L’intaglio del legno e i mobili artistici PDF Stampa E-mail
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Scritto da Paolo    venerdì 15 giugno 2007

I boschi della Valle Vigezzo sono stati nei secoli una risorsa economica fondamentale per il montanaro che era anche abile artigiano, esperto in ogni settore utile alla vita quotidiana: da aprile ad ottobre si dedicava al lavoro agricolo, alla campagna ed all’alpeggio, nei mesi invernali ai lavori manuali all’interno della propria abitazione.

Atrrezzi intagliatore
Atrrezzi intagliatore
Fino agli anni Cinquanta a salvare dalla fame molte famiglie furono, infatti, i mestieri legati alla lavorazione del legno: dal boscaiolo (mestiere che si praticava da aprile a novembre) al commerciante di legname, dal falegname al maestro legnamaro che contribuì con la sua arte ad impreziosire chiese e dimore signorili con altari, crocifissi, mobili scolpiti,… di straordinaria bellezza.

Tutto ci parla dell’operosità dell’uomo: travi per i tetti, finestre, scale; anche mobilio e suppellettili venivano ricavati unicamente dai tronchi degli alberi attentamente curati per il loro utilizzo di legname d’opera.

Ancora oggi molte case vigezzine custodiscono gelosamente arredi d’epoca e, anche se più difficilmente che in passato, si possono acquistare in Valle, presso privati o antiquari, esemplari dalla lavorazione tipica: grandi tavoli rettangolari, sedie con la “rosetta”, ampi letti per lo più in noce, comò con profondi cassetti, credenze in legno di larice e molti altri complementi d’arredo.

Legno intagliato
Legno intagliato
Tra i mobili caratteristici dell’arredamento vigezzino figurano il “banchet dul fèi” (armadietto con panca da collocare vicino al camino dotato di piccola ribalta dove si usava consumare il pasto), la “cuna”, culla, con l’arcione e le pareti laterali fittamente intagliate con i simboli religiosi, floreali e della prosperità, e, soprattutto la “cascia di rop” (cassapanca). In legno di faggio, di noce o più comunemente di larice o abete, la cassapanca tipica della Valle è generalmente piccola, con il coperchio piatto e le pareti laterali ingentilite da rosoni o decorazioni a motivi vegetali stilizzati.

Questi oggetti, in passato, erano realizzati direttamente dagli alpigiani che univano alle capacità di allevatore e contadino anche quella di costruire semplici mobili e suppellettili, o più spesso, dai falegnami e dalle botteghe di legnamari (le prime risalgono al 1400) esistenti in Valle.

Ancora ai nostri giorni, in Valle Vigezzo, esistono segherie, falegnamerie, mobilifici e botteghe di restauro e antiquariato. Franco Amodei, ultimo maestro legnamaro, continua la tradizione dell’intaglio con corsi invernali presso la Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini a S. Maria Maggiore.

A chi volesse ritrovare uno spaccato di autentica casa vigezzina si consiglia una sosta alla “Cà di Feman da la Piazza” di Villette il cui interno presenta attrezzi da lavoro, oggetti di uso domestico e mobili ottocenteschi.

Merita una sosta anche la xiloteca della Scuola Media “Andrea Testore” di S. Maria Maggiore dove sono in mostra 380 campioni di legni provenienti da tutto il mondo, compresi naturalmente quelli locali.

Ultimo aggiornamento ( venerdì 04 gennaio 2008 )  
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