Strade di Pietra

Strade di pietra
Strade di pietra
Fino all’avvento dell’auto, per secoli, le vie di comunicazione, specie nelle zone montane, sono rimaste immutate.
Vie di fatiche, percorse da animali e uomini carichi fino all’inverosimile.
Le mulattiere ed i sentieri che oggi vediamo, sono realizzati secondo modalità molto antiche tramandatesi, pressoché uguali, nei secoli.
Con pochi strumenti, ma con grande sensibilità nell’uso dei materiali e nella scelta dei percorsi più adatti, gli abitanti delle valli hanno tessuto una straordinaria rete di comunicazioni.
Da paese a paese, dai paesi agli alpeggi, alle sorgenti, ai corsi d’acqua e a tutti i luoghi del lavoro agricolo, furono costruite le “strade di pietra”.
Nella costruzione, e nella costante opera di manutenzione, era coinvolta tutta la comunità ed ogni anno gli uomini dovevano prestare un certo numero di giorni di lavoro, proprio per mantenere efficienti i tracciati.
I valligiani erano formidabili costruttori perché ciascuno di essi imparava, sin da piccolo, le tecniche di lavorazione del legno e della pietra per essere in grado, quando occorreva, di costruire la casa o la stalla nonché tutti gli attrezzi necessari alla vita quotidiana.


Tipologie e tecniche costruttive

Tecniche costruttive
Tecniche costruttive
La larghezza media di una mulattiera è di circa 1,50 - 2,00 m per consentire il passaggio del mulo e del suo conduttore; naturalmente, dove il percorso presenta particolari difficoltà di realizzazione, la larghezza si riduce anche di molto.
Per la maggior parte del proprio sviluppo una mulattiera attraversa zone con più o meno accentuata pendenza sia nel senso di percorrenza che in quello trasversale (determinato dal declivio della montagna).
Ciò comporta la necessità di accorgimenti per ovviare ad entrambe le inclinazioni: si usano perciò muri a secco di sostegno del fondo stradale a valle e, se occorre, anche a monte, per contenere il terreno, e scalinate o interruttori di pendenza (cordoli rilevati che “frenano” la discesa) lungo la sede viaria.
Nella lastricatura a scaglie le pietre sono infisse nel terreno in verticale in modo che esse siano ben fissate e non si spostino; quando, invece, le lastre sono posate di piatto si sfrutta, perché stiano ferme, il loro peso: anch’esse sono affondate nel terreno ma, essendo di grandi dimensioni, basta che abbiano uno spessore di una decina di centimetri per raggiungere lo scopo.
La profilatura verso valle del lastricato può essere di diversi tipi: vi possono essere delle grosse lastre di forma allungata che coronano il muro di sostegno e definiscono il limite del sentiero, oppure delle lastre più piccole e di spessore inferiore posate “di coltello”.
I corsi d’acqua rappresentano un ostacolo al passaggio, ma per ogni situazione furono trovate le soluzioni più opportune: ponti in pietra a una o più arcate o ponticelli in legno quanto si trattava di un fiume o un torrente con acqua tutto l’anno; guadi (grosse pietre posate nel letto del ruscello) e tombini (aperture nel muro di sostegno coperte con grosse lastre) per quei piccoli corsi d’acqua che si riempiono soprattutto durante le piogge.
L’acqua può provocare molti danni a una mulattiera, smuovendo e portando via le pietre del lastricato e dei muri a secco: ecco perché lungo le mulattiere si trovano dei solchi trasversali profondi 10 - 20 cm, detti canalette, che allontanano l’acqua dal sentiero.

Ultimo aggiornamento ( giovedì 07 giugno 2007 )