Un cuore verde per due paesi |
Pagina 3 di 9 FaggeteDopo l’ultima glaciazione, con il miglioramento delle condizioni climatiche, lentamente le Alpi sono state ricolonizzate dalle diverse specie vegetali. Tra queste il faggio (Fagus sylvatica), ritornato nelle nostre regioni circa 5.000 anni fa, prima dell’abete rosso e dopo l’abete bianco. Oggi, la sua distribuzione è strettamente legata alle condizioni climatiche: mentre forma estese foreste sul versante sudalpino e nelle valli ossolane in particolare, nel Vallese centrale la sua presenza è limitata. Il faggio mal sopporta infatti il clima secco, o il gelo, e ben si adatta quindi alle condizioni di maggior piovosità che caratterizzano le valli ossolane. Estese faggete pure si ritrovano ad altitudini che variano tra gli 800 e i 1400 metri sui versanti del Monte Cistella, e sono a tratti osservabili lungo i sentieri di collegamento tra Esigo e Cravegna. Pur non essendo il faggio una specie estremamente longeva, a Goglio, all’inizio della strada di collegamento con l’Alpe Devero si incontra un vero “gigante” risparmiato dal taglio dell’uomo, di quasi cinque metri di circonferenza. Guardando più attentamente, sul versante opposto, sopra l’abitato, nascosti tra gli abeti rossi pochi altri esemplari altrettanto grandi rivelano la probabile funzione di “difesa” delle abitazioni contro il pericolo delle valanghe. Sul versante opposto del Cistella, nel comune di Varzo, dove per l’esposizione più solatia non riesce a costituire estesi boschi, cinque grandi esemplari in fila, di circonferenza di oltre tre metri, danno il benvenuto all’Alpe Salera. |