Pascoli e prati da sfalcio: ambienti creati dall’uomo |
Pagina 2 di 3 Prati da sfalcioE’ nei prati che ritroviamo ogni anno intense fioriture multicolori, miriadi di farfalle ed altri insetti intenti a raccogliere i preziosi nettari, o grilli e cavallette che ci accompagnano giorno e notte con il loro melodioso frinire. Primi a rinverdire in primavera, i prati presto si ammantano delle bianche distese di Zafferano alpino (Crocus albiflorus), per lasciare spazio alle fioriture estive di Ranuncoli (Ranunculus), Botton d’oro (Trollius europaeus), Fiordalisi (Centaurea), Vedovina selvatica (Scabiosa columbaria), Campanula (Campanula rhomboidalis), Geranio (Geranium sylvaticum), Margherite (Leucanthemum vulgare). Le graminacee sono meno appariscenti, ma è dovuto ad esse il valore pabulare (come nutrimento per il bestiame) dei foraggi, e ...il profumo! Chi non riconosce a distanza il profumo dolciastro del fieno tagliato all’inizio dell’estate? È il piccolo Paleo alpino, o spighetta odorosa (Anthoxantum alpinum) a conferire questo tipico aroma di “cumarina”. Nella Binntal come nelle Valli Antigorio, Formazza, Divedro, i prati presentano grandi differenze di composizione floristica a seconda delle condizioni ecologiche. I più ricchi di specie sono i cosiddetti prati “magri”, non soggetti a regolare ingrasso, solitamente ricavati su pendii assolati. La loro diversità biologica è stata mantenuta per secoli attraverso la creazione di canali di irrigazione, talora vere e proprie opere di ingegneria alpina, necessari per ostacolare l’eccessiva aridità. Sono le “Bisses”, che rappresentano una vero monumento in Vallese, ma le cui tracce sono ancora reperibili anche sul versante italiano. L’acqua vi scorreva attraverso canali suborizzontali scavati nei pendii, in terra o roccia, o all’interno di canalette in legno, regolate da sistemi di chiuse e deviazioni. I prati “grassi”, meno ricchi floristicamente, sono invece quelli regolarmente concimati, su superfici pianeggianti e più immediatamente vicini ai centri abitati e alle stalle. Salendo di quota diminuisce la lunghezza del periodo vegetativo e le condizioni climatiche si fanno più severe. Dai prati di fondovalle, dove il foraggio è tagliato anche tre volte, il numero di tagli diminuisce fino ad uno solo estivo alle quote maggiori. Con l’altitudine diminuisce la quantità di foraggio prodotto, compensato però dall’aumento in proporzione di semi e frutti prodotti dalle piccole piante in rapporto alle parti fogliari: meno foraggio quindi, ma di ottima qualità. A Crampiolo resistono ancora oggi i prati regolarmente falciati più “alti” della provincia del VCO, ad una quota di quasi 1.800 metri! |