Lande di alta quota


Con il progredire dell’altitudine le rigide condizioni climatiche impediscono un normale sviluppo delle specie arboree ed il bosco, in corrispondenza del limite forestale superiore, lascia spazio agli ultimi piccoli larici contorti sparsi tra i bassi arbusti delle lande, ed alle vaste praterie alpine. In questo settore delle Alpi, grazie alla morfologia dolce che contraddistingue molti rilievi, le lande e le praterie alpine si sviluppano su estensioni davvero significative.

Dapprima prevale il Rododendro (Rhododendron ferrugineum), detto anche “Rosa delle Alpi” per le intense fioriture estive, che forma dense macchie con il Mirtillo (Vaccinium myrtillus). Più in alto l'Azalea nana (Loiseleuria procumbens), basso arbusto legnoso dalle piccole foglioline scure e lucide ed il fiore rosa, associato a Mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea), Mirtillo falso (Vaccinium gaultherioides), Empetro (Empetrum nigrum ssp. hermaphroditum), frammisti a numerosi licheni come il Lichene islandico o il Lichene delle renne. Il Corbezzolo alpino (Arctostaphylos alpina), poco diffuso nel resto delle Alpi Piemontesi, trova qui, nei numerosi ambienti calcarei, un habitat idoneo.

E’ in questi habitat che vive e nidifica il Fagiano di monte (Tetrao tetrix), uccello tra i più tipici dell’arco alpino eppure ancora oggi tra i meno conosciuti dal punto di vista biologico. Il Parco Veglia Devero conduce da tempo indagini relative alla sua distribuzione nel Parco, mentre le stesse associazioni venatorie, attraverso esperti del settore, sperimentano azioni di intervento utili a migliorare il successo riproduttivo della specie.