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La canapa |
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La canapa (u cávan) è stata, in passato, una coltura molto diffusa in queste valli, ma ormai abbandonata da anni, da quando le leggi dello stato l'hanno vietata nel 1990. Già alla fine degli anni sessanta, tuttavia, la sua coltivazione divenne più rara; solo Gurro ne produceva ancora in quantità.
I mazzi venivano, poi, messi ad essiccare al sole. Seguiva l'operazione di eliminazione del fusto legnoso: era dapprima strappato con le mani e poi rimosso completamente battendo i fusti con un pestello di legno nelle pile.
La canapa era allora pronta per la pettinatura, operazione che serviva per separare le fibre fini (arista) da quelle grossolane (stupa), la prima usata per la tessitura e la seconda per la filatura. La prima lavorazione ad essere abbandonata fu quella della tessitura; era un lavoro riservato agli uomini, a differenza di tutte le altre operazioni finora descritte.
Con la canapa si producevano tessuti di varia grossezza per la biancheria, ma anche spago con il quale venivano trapuntate le suole dei Pedü, le calzature tradizionali. Gli scarti non venivano sprecati; le parti legnose, non adatte alla filatura, venivano usate per accendere il fuoco.
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