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Bosco di faggio
Bosco di faggio
Il Faggio (Fagus sylvatica), ritornato dopo le glaciazioni nelle nostre regioni circa 5.000 anni fa, prima dell’abete rosso e dopo l’abete bianco, è una specie strettamente legata alle condizioni climatiche, che mal sopporta il clima secco o il gelo, e forma estese foreste in purezza o mista ad abete bianco o abete rosso in queste valli del versante sudalpino, tra Canton Ticino e Valle Ossola.

L’elevata piovosità che contraddistingue il territorio tra Valle Cannobina e Val Grande (con medie annuali delle precipitazioni che superano i 2.400 mm/anno) fa si che le faggete si spingano a tratti anche a 1.800 metri, altitudini considerevoli, dove di norma ritroviamo le conifere.


Sentiero tra Alpe Bliz e Pragrande. Pur non essendo il faggio una specie estremamente longeva, è possibile incontrare alcuni “giganti” risparmiati dal taglio dell’uomo. Situati in prossimità di baite od alpeggi venivano talvolta mantenuti con funzione di protezione.


Giganti risparmiati dal taglio dell’uomo
Giganti risparmiati dal taglio dell’uomo
Questi boschi, un tempo sfruttati intensamente, oggi assumono sempre più pregio naturalistico e paesaggistico: il bosco di faggio rappresenta l’anima del Parco Nazionale della Val Grande, e uno degli elementi più rappresentativi delle Riserve Forestali svizzere delle Valli Onsernone e Vergeletto.


 
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