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Il percorso dipinto dal pittore Giuseppe Mattia Borgnis |
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Giuseppe Mattia Borgnis nacque a Craveggia nel 1701 da una famiglia che aveva raggiunto una modesta agiatezza grazie ai redditi di una conceria di pelli, gestita poco fuori del paese. Il Borgnis manifestò fin da bambino interesse e talento per la pittura, motivi per i quali venne messo dal padre a bottega presso, pare, il pittore Giovanni Dell’Angelo.
Poco più che dodicenne, iniziò quello che potremmo definire un “viaggio di istruzione” a Bologna, Venezia e Roma città nelle quali poté avere un contatto diretto con le opere dei grandi pittori italiani: Tintoretto, Correggio, Veronese, i Carracci, Pietro da Cortona: il confronto con esse gli fu di grande ausilio, anche pratico, per l’impostazione degli affreschi religiosi su ampie superfici.
Nel 1719 è di ritorno in Vigezzo dove viene subissato di richieste di lavoro.
Due sono le linee risolutive adottate dal Borgnis per affrescare le chiese da lui dipinte: il quadraturismo e l’illusionismo spaziale. Con la prima tecnica, egli affresca le pareti dando loro un effetto di “quadro riportato”, cioè di scena architettonica chiusa in una cornice, mentre con l’illusionismo spaziale il Borgnis ottiene un effetto di sfondamento architettonico come se la rappresentazione fosse a cielo aperto.
Il Borgnis ha lasciato proprie opere in quasi tutti i paesi della Valle Vigezzo, ma vi proponiamo le più significative e consigliabili per una visita (perché si trovano all’interno di chiese aperte quotidianamente).
Tappa a: la Chiesa Parrocchiale di Craveggia
Per la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo di Craveggia, il Borgnis dipinse undici teleri dedicati all’Ultima Cena e alla vita dei due Santi (ma due di essi, cioè San Giacomo guida le milizie in Spagna contro gli infedeli e Predicazione di San Cristoforo si trovano, rispettivamente, nell’oratorio di Sant’Antonio e in quello di Santa Marta).
Gli altri 9 quadri di grandi dimensioni si trovano sulle pareti delle navate laterali della parrocchiale e alcuni di essi risultano di qualche decimetro più corti degli altri, perché furono tagliati per poterli allocare tra le finestrelle dell’edificio. Essi furono eseguiti nel 1727 e due di essi furono offerti dai fratelli Rossetti e dal pittore Borgnis, mentre gli altri nove costarono milletrecentodiciannove lire e dieci soldi.
Questo lo schema degli affreschi più importanti della chiesa parrocchiale, eseguiti con l’intento teologico di raffigurare prima la Gloria dei due Santi attraverso l’assunzione in cielo con i simboli del martirio e poi il Paradiso dove la Trinità attende il loro arrivo.
Volta del presbiterio
San Giacomo e San Cristoforo sono portati in cielo dagli angeli accompagnati da altri che reggono i rispettivi segni: il bordone e il tronco fiorito.
Pareti del presbiterio
Adorazione dei pastori e Adorazione dei Magi che recano la scritta: “P.G.F.F. 1735”.
Catino centrale
Paradiso: la SS. Trinità, circondata da cori di cherubini, attende i due Santi per l’incoronazione; più in basso, la B.V. Maria con San Giuseppe e San Giovanni Battista, undici apostoli (San Giacomo, il dodicesimo, è in arrivo), Santi fondatori di ordini religiosi e poi martiri, vescovi, papi, re. Le rappresentazioni sono affrescate secondo la tecnica dell’illusionismo spaziale con i personaggi posti in un’ideale spirale. Il Borgnis affrescò moltissimo a Craveggia, lasciando opere devozionali di notevole livello sulle facciate di molte abitazioni del centro storico.
Tappa b: la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Maggiore
Quando, nel 1742, venne portato a termine la nuova Parrocchiale di Santa Maria Maggiore, il Borgnis venne chiamato a decorarla, nel rispetto del concetto teologico di esaltazione della figura della Vergine Assunta cui è dedicata la chiesa.
Parete centrale e volta del presbiterio
Assunzione di Maria che sale in cielo portata dagli Angeli, mentre gli apostoli sorpresi ed estasiati, intorno alla tomba aperta nella quale raccolgono fiori, la seguono con lo sguardo. La scena prosegue idealmente nella volta dove il Borgnis, intorno ad una classica balconata che si apre sul cielo, pone un vivace coro di angeli musicanti e giubilanti in attesa che la Vergine giunga presso il Cristo al centro del catino, con i simboli della redenzione e la corona.
Catino centrale
Incoronazione della Vergine nel Paradiso: la SS. Trinità occupa il punto più elevato della rappresentazione. I Santi sono distribuiti con un ordine preciso, privilegiando quelli del Vecchio Testamento. Una curiosità: vicino all’arca di Noè, i fratelli Carlo e Antonio Felice Borgnis hanno l’onore di essere immortalati nell’affresco quali oblatori della decorazione della Chiesa. Da modesti venditori ambulanti, essi erano diventati ricchi mercanti e banchieri in Germania, nonché benefattori della parrocchia. Nell’arco di pochi anni, il Borgnis, unico pittore in loco capace di affrescare vaste campiture, ottimo conoscitore della simbologia religiosa, rispettoso del messaggio teologico rappresentato dagli affreschi delle chiese, dipinse in ogni paese della valle (Crana, Druogno, Coimo, Malesco, Villette) per poi accettare nuove commissioni a Domodossola e nelle valli che circondano la città, lasciando un segno riconoscibile e imperituro. Il Borgnis affrescò anche su commissione di privati, lasciando opere a volte anche molto suggestiva come il portale dipinto che si trova nel giardino di una casa nei pressi di Piazza Gennari (e, quindi, non visitabile senza il permesso dei proprietari) che raffigura una dolcissima Sacra Famiglia (abbellita anche dal glicine che le si avvita intorno) con il San Giovannino e una divertentissima pecorella con un muso dalle fattezze quasi umane (piccolo divertissement del pittore?).
Tappa c: l’Oratorio del Gabbio di Malesco
L’Oratorio, costruito nei primi decenni del Settecento come ampliamento dell’antica Cappella della Vergine delle Grazie (che oggi è inserita nell’altar maggiore) presso la quale era stato edificato un lazzaretto per gli appestati verso la metà del ‘500, si trova in località “di là dall’acqua”, oltre il fiume Melezzo. Il nome deriva dal fatto che la zona è chiusa tra l’alveo del fiume e il versante della montagna, in un “gabbio”, appunto. L’edificio, costruito con l’ausilio di tutti gli abitanti di Malesco, fu terminato nel 1727. Il catino, affrescato dal Borgnis per la somma di lire 100 e raffigurante un imponente Dio Padre e il Paradiso, si presenta all’occhio ferito profondamente dalle crepe provocate, soprattutto, dall’alluvione del 1978. Da quell’anno, è istituito un comitato che raccoglie le offerte per “risanare” questo splendido oratorio: pieno di luce, armonioso nelle forme e…solingo!
Tappa d: L’Oratorio della Madonna del Sasso di Orasso
Forse possiamo attribuire all’attività commerciale della famiglia Borgnis e al fatto che essi, probabilmente, attraversavano spesso la Valle Cannobina per raggiungere Cannobio, grande centro di lavorazione e di esportazione delle pelli, il fatto che, non sappiamo in quale anno, il Borgnis ha affrescato una delicatissima Madonna della Cintura sulla facciata dell’oratorio della Madonna del Sasso di Orasso a lato della strada borromea che congiunge il paese all’abitato di Cursolo.
Tappa e: Il Ticino: Campo e Cimalmotto
Giuseppe Mattia Borgnis rappresenta un anello di congiunzione culturale importante tra la Valle Vigezzo e il Ticino, perché, se dobbiamo credere alle scritte sotto i due affreschi in identica cornice situati sulla facciata della casa Pedrazzini a Campo di Valle Maggia, il Borgnis fu presente in quel territorio in almeno due occasioni: nel 1724 e nel 1748Dei due affreschi, il primo rappresenta la Deposizione e l’altro Il Padre Eterno tra i Santi Giovanni Battista, Antonio da Padova e l’Arcangelo Michele. Un’iscrizione posta sopra l’interno della porta della chiesa parrocchiale di Campo conferma una delle due date: “Opere tutte fatte e rinnovate di questa Chiesa dal pittore Giuseppe Borgnis di Craveggia in Vigezzo l’anno 1748”. In questa Chiesa segue il seguente schema compositivo:
Presbiterio
Deve attribuirsi al Borgnis anche la decorazione del coro dell’Oratorio di San Giovanni Battista fatto costruire da G. B. Pedrazzini, un emigrante tornato ricco dalla Germania, nel 1749.
Poco sopra al centro abitato di Campo, si trova l’abitato di Cimalmotto, nella cui parrocchiale il Borgnis lasciò delle opere:
la pala dell’altare laterale rappresentante San Carlo, Sant’Antonio da Padova e un Santo Vescovo con angioletti (è un quadro a olio su tela con cornice in legno scolpito dallo scultore Jachetti che fece altre cornici per i quadri del Borgnis).
Del pittore vigezzino è anche tutta la decorazione dell’atrio: angeli, festoni di fiori e motivi decorativi. Sul muro che chiude un lato del portico, fa grande spicco l’affresco della Crocefissione che il Borgnis dipinse ispirandosi al famoso Colpo di lancia di Rubens che egli aveva ricavato da qualche incisione o stampa, apportando però notevoli modifiche e aggiungendo particolari frutto della sua creatività. Con ogni probabilità, il Borgnis, dopo questa esperienza in Ticino, eciderà di emigrare dapprima in Francia dove la sua presenza è attestata nel 1750-52 e poi in Inghilterra dove finirà
i suoi giorni nel 1761 affrescando le pareti del prestigioso palazzo di Sir Dashwood a West Wycombe, vicino a Londra.
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