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L’intaglio del legno e i mobili artistici |
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I boschi della Valle Vigezzo sono stati nei secoli una risorsa economica fondamentale per il montanaro che era anche abile artigiano, esperto in ogni settore utile alla vita quotidiana: da aprile ad ottobre si dedicava al lavoro agricolo, alla campagna ed all’alpeggio, nei mesi invernali ai lavori manuali all’interno della propria abitazione.
Tutto ci parla dell’operosità dell’uomo: travi per i tetti, finestre, scale; anche mobilio e suppellettili venivano ricavati unicamente dai tronchi degli alberi attentamente curati per il loro utilizzo di legname d’opera.
Ancora oggi molte case vigezzine custodiscono gelosamente arredi d’epoca e, anche se più difficilmente che in passato, si possono acquistare in Valle, presso privati o antiquari, esemplari dalla lavorazione tipica: grandi tavoli rettangolari, sedie con la “rosetta”, ampi letti per lo più in noce, comò con profondi cassetti, credenze in legno di larice e molti altri complementi d’arredo.
Questi oggetti, in passato, erano realizzati direttamente dagli alpigiani che univano alle capacità di allevatore e contadino anche quella di costruire semplici mobili e suppellettili, o più spesso, dai falegnami e dalle botteghe di legnamari (le prime risalgono al 1400) esistenti in Valle.
Ancora ai nostri giorni, in Valle Vigezzo, esistono segherie, falegnamerie, mobilifici e botteghe di restauro e antiquariato. Franco Amodei, ultimo maestro legnamaro, continua la tradizione dell’intaglio con corsi invernali presso la Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini a S. Maria Maggiore.
A chi volesse ritrovare uno spaccato di autentica casa vigezzina si consiglia una sosta alla “Cà di Feman da la Piazza” di Villette il cui interno presenta attrezzi da lavoro, oggetti di uso domestico e mobili ottocenteschi.
Merita una sosta anche la xiloteca della Scuola Media “Andrea Testore” di S. Maria Maggiore dove sono in mostra 380 campioni di legni provenienti da tutto il mondo, compresi naturalmente quelli locali.
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