La devozione religiosa popolare |
Scritto da Paolo | |
giovedì 20 dicembre 2007 | |
La religiosità delle genti di montagna è da sempre legata alla vita pratica quotidiana, ai ritmi dei lavori agricoli e della natura, ispirata ad un sentimento semplice e sincero verso la divinità. ![]() Cappelle della via Crucis di Zornasco Ognuno di questi piccoli edifici ha la sua storia; a volte erano costruiti per un voto, altre per invocare Madonna e santi a protezione della la vita degli alpigiani, precaria in quei tempi e spesso in balia di malattie o di eventi naturali difficili da dominare. Lungo i principali sentieri le cappelle avevano anche il compito di cadenzare il cammino, permettendo la sosta ed in alcuni casi il riparo dal maltempo; tipiche sono, in questo senso, le cappelle con ampio portico frontale, a volte a cavallo del sentiero, dove il viandante poteva sostare su semplici sedili o anche solo appoggiare la gerla senza neppure toglierla dalle spalle. ![]() Cappella di Cuslor a Cursolo ![]() Santuario di Re
La Madonna del Sangue di Re ![]() Madonna di Re Quell’immagine, oggi conservata all’interno dell’altare maggiore della chiesa di San Maurizio (che si interseca con l’imponente santuario dedicato alla Madonna divenuta Madonna del Sangue), raffigura una Madonna arcaica, quasi bizantineggiante, con lo sguardo ieratico fisso, senza tridimensionalità, un seno scoperto posto di profilo, mentre lo sguardo è frontale, un abito scuro e stellato e un copricapo a mo’ di aureola. Il bambino esprime un atteggiamento regale e benedicente. Con la mano destra, la Madonna regge una triplice rosa rossa, simbolo della Trinità e della purezza. Alla base dell’affresco, un cartiglio con la scritta: “in gremio matris sedet sapientia patris”. Il pittore della Madonna di Re (che dipinse l’immagine fra il 1380 e il 1390) vuole rappresentare la Vergine come è definita nel Consiglio di Efeso, cioè come “genitrice di Dio”: per questo è rappresentata nell’aspetto più espressivo della maternità, quello di dare il latte, ma il bambino non succhia, benedice. La devozione popolare in Valle Vigezzo ruota, a partire dal tardo ‘400, intorno alla figura di questa Madonna alla quale è stato dedicato il Santuario di Re. Il Miracolo della Pietà di Cannobio ![]() Santuario di Cannobio Attorno a questo episodio si raccolse non solo la venerazione del popolo ma anche l’interesse di San Carlo Borromeo, il quale affidò al Tibaldi il progetto del nuovo santuario, dedicato all’immagine miracolosa, la cui costruzione fu iniziata nel 1575 e terminata nel 1614. Il dipinto, oggi custodito sull’altare del Santuario, rappresenta, in primo piano un sepolcro, dietro il quale, al centro, vi è il Cristo, che reca i segni della passione, sulla destra San Giovanni, e sulla sinistra la Vergine. Sullo sfondo sono rappresentati oggetti e gesti, simboli della passione (le mani di Pilato, i dadi con i quali i soldati si giocarono le vesti, gesti di insulto e di sberleffo...) |
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Ultimo aggiornamento ( giovedì 03 gennaio 2008 ) |