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Praterie alpine PDF Stampa

Oltre il limite dei boschi, passando dal piano subalpino al piano alpino, ritroviamo formazioni vegetali anche molto differenziate, in cui prevalgono specie erbacee o piccoli arbusti striscianti. Sono le praterie alpine, vastissime tra questi monti ricchi di altipiani dolcemente modellati dagli antichi ghiacciai. La loro ricchezza floristica rende particolarmente pregiata la produzione casearia: è a queste altitudini che vengono prodotti ottimi e ricercati formaggi d’Alpeggio.

Praterie alpine
Praterie alpine
Dapprima prevalgono praterie non molto differenti dalle radure di pascolo tipiche delle quote inferiori, molto ricchi di specie. Poi, le differenti condizioni “microclimatiche”, date dalle caratteristiche dei suoli, dall’inclinazione dei versanti o dall’esposizione, portano ad associazioni vegetali molto diversificate. La più caratteristica, molto ben rappresentata sui vasti altipiani ed in particolare sui rilievi più arrotondati, è quella del “curvuleto”, che prende il nome dalla Carice ricurva (Carex curvula), le cui foglie ricurve ingialliscono precocemente a causa di un fungo parassita. Vi troviamo inoltre il piccolo Senecio bianco (Senecio incanus), il Trifoglio alpino (Trifolium alpinum), la Genziana acaule (Gentiana acaulis). Spesso lascia spazio, sulle creste più ventilate, alle lande ad Azalea alpina (Loiseleuria alpina).

In corrispondenza delle depressioni la neve tende ad accumularsi e a perdurare a lungo. Sono le condizioni delle “vallette nivali”, in cui il prolungato innevamento ed il terreno mantenuto umido e fertile, creano le condizioni per lo sviluppo di specie in grado di svilupparsi e riprodursi in un periodo molto breve. Vi crescono il Salice erbaceo (Salix herbacea), piccolo arbusto di cui affiorano solo le foglioline, mentre il fusticino legnoso si mantiene al di sotto della superficie del terreno. E ancora il salice reticolato (Salix reticulata), la Ventaglina a cinque foglie (Alchemilla pentaphyllea), la Sibbaldia (Sibbaldia procumbens). È in questi ambienti che trova le migliori condizioni per svilupparsi una specie molto importante per le produzioni casearie. Si tratta dell’Erba mutellina (Ligusticum mutellina), piccola ombrellifera molto profumata e gradita ai bovini, il cui latte si impreziosisce dal punto di vista aromatico, permettendo produzioni casearie di qualità. La ricca presenza di questa specie è inoltre indice di pascoli che non soffrono di aridità, che è una condizione di stress per i bovini, permettendo quindi buone produzioni di latte sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Pascoli di questo tipo sono quelli degli alpeggi tra Valle Formazza e Alpe Devero dove i casari producono il “Bettelmatt”, come anche quelli di molti altri alpeggi, come l’Alpe Buscagna, l’Alpe Bondolero, l’Alpe Veglia, gli alpeggi del Binntal.

 

Le praterie dalle fioriture più ricche sono associazioni tipiche dei suoli calcarei, dove prendono vita popolamenti vegetali caratterizzati da una flora ricchissima, come quella dei “seslerieti”, in cui cresce tipicamente la Sesleria (Sesleria varia), piccola graminacea con una piccola infiorecenza ovale posta al termine di uno stelo delicato e leggermente incurvato verso il basso. È qui che ritroveremo l’Astragalo alpino (Astragalus alpinus), l’Astragalo di Lapponia (Oxytropis lapponica), l’Astragalo campestre (Oxytropis campestre), la Saussurrea cordata (Saussurea discolor), la Viola con sperone (Viola calcarata), l’Eliantemo a grandi fiori (Helianthemum nummularium subsp. grandiflorum), la Genziana primaticcia (Gentiana verna), la Genziana nivale (G. nivalis). Dove la roccia calcarea è più superficiale compaiono il Camedrio alpino (Dryas octopetala), l’Astro alpino (Aster alpinus) dall’intenso colore azzurro, e la Stella alpina (Leontopodium alpinum).

 
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